Flutto nel suono

Sono stato a Woodstock. L’A14 mi è entrata in vena come una flebo. La nebbia ha confuso tutte le cose. Auto, strisce, segnaletica. Non necessariamente in qst ordine. E sono arrivato a Woodstock. Non si vedeva più niente, e mi sono fatto trasportare dalla musica. Arrivava alle mie orecchie fonda. Fonda e sorda come un tamburo di guerra. Ma non metteva angoscia. Piuttosto desiderio. Pulsazioni calde. Elettriche, come le scariche dei Bad Spuncer Blues Explotion. Confortanti, come il sorriso che sono riuscito a rubarti all’ultimo momento. Provocatorie, come i ghigni dei Camillorè. Piene di orgoglio, come quelle delle decine e decine di band arrivate da tutta Italia sul palco del MEI di Faenza a fare sentire la loro voce. Ossigeno, idee, creazioni, pensieri, canzoni, parole. Fuori controllo. Fuori dagli schemi. Dall’altra parte dello schermo. È in questa singolare Woodstock italiana che John Vignola ha presentato a livello nazionale “Sto cercando di smettere”. E, a pensarci bene, non poteva essere diversamente. Non poteva esserci altro posto. Sono contento che anche la mia versione dei fatti abbia fluttuato nel suono del Mei. Ok, lo ammetto: sto ancora cercando di smettere!

Noar

“Sto cercando di smettere” a zonzo per l’Italia

Grande successo per il libro-cd “Sto cercando di smettere” di Toni Noar Augello, presentato lo scorso 16 ottobre a San Giovanni Rotondo. Sabato 28 novembre la presentazione dell’opera al MEI di Faenza, il Meeting delle Etichette Indipendenti che ha scelto l’originale cofanetto dell’artista garganico – edito dalla casa editrice toscana Zona – per aver messo in pratica, con ottimi risultati, il connubio fra libro e musica. L’autore presenzierà il convegno “Libri e musica. Lavorare insieme per la musica italiana” con autorevoli esponenti del mondo musicale e letterario (tra cui Stefano Senardi di Sugar Music; Enrico de Angelis, direttore artistico del Premio Tenco; Angelo Franchi di Universal Music; Riccardo Bertoncelli, direttore Libri Giunti).

Annunciata anche la partecipazione a “Più libri, più liberi”, la fiera del Libro che si svolgerà a Roma – Palazzo dei Congressi – sabato 5 dicembre, e la trasferta milanese presso gli studi di Play Tv.

Marianna Alicino

http://www.sangiovannirotondonet.it/content/view/2911/32/

Sto cercando di smettere, secondo Valeria.

Sto cercando di smettere, dice il titolo e non si sta parlando di tabagismo. Perché la scelta di questo titolo, allora? Di solito si cerca di smettere con i vizi. Non certo con la musica, come invece capisce chi legge questo libro. Be’ in realtà sì, se la musica porta con se delusione, fraintendimenti, litigi, sfacchinate per andare nei locali sparsi per l’Italia a suonare….Allora perché non smettere, si chiede più volte l’autore, anzi, più cambiano i gruppi, più aumentano le delusioni, più passano gli anni e diventa “grande” più questa domanda diventa ricorrente. Ma la risposta è una sola, sempre e solo quella: non è possibile smettere. Il rock prescinde dalla tua volontà, scrive Augello. Il rock passa e travolge. Il rock non è un approdo. Il rock è quel flusso. Il rock è quel viaggio. Il rock è il rock. E allora all’improvviso diventano sopportabili anche le sale prove da dividere con altri gruppi o persino le sale prove che a un certo punto chiudono, o i microfoni post bellici delle parrocchie (perchè dove se non nei locali di una parrocchia solitamente iniziano il loro cammino le band di provincia?), diventano sopportabili anche i pochi locali che permettono di suonare live in Capitanata e che comunque ti ripagano al massimo con un panino e qualche birra. Tutto questo, dicevo, diventa sopportabile per chi è stato attraversato dal demone del rock…al massimo si decide, come fa appunto l’autore, di “incanalare” tutte le delusioni, la sofferenza, insomma tutta la MALORA, nel nome stesso della band. Un modo strampalato ma di sicuro effetto per esorcizzare il contesto. Il libro in realtà è partito come uno scambio di mail con una presunta LO e ciò si vede anche dal tipo di scrittura: discorsiva, semplificata, sincopata, più che scritta “digitata” come si fa oggi con gli sms…siamo nell’era di facebook, del volume massimo di informazioni e tutto diventa fast, anche il linguaggio. Le frasi sono corte e concise, spezzettate, il linguaggio è quello che si sente per strada. Ma ciò è ovviamente una scelta: per Toni Augello il linguaggio, la scrittura, proprio coma la musica, deve essere immediata, senza filtri né schermi, poca accademia, poca “maniera”, questo è l’unico modo per arrivarti dritta in faccia. Si sente infatti tutta la passione, il dolore, tutte le emozioni forti ma, e qui dove credo davvero ci sia la grandezza del libro, anche queste emozioni forti sono dirette sì ma sempre attraversate da una sorte di ironia, di fatalismo, di distacco; il non prendersi troppo sul serio insomma, e persino quando scrive di malattie lo fa in velocità, senza fermarsi troppo né piangersi addosso, anzi, si prende in giro…come nel passo in cui dice al producer che non se la sente più di continuare, anche a causa del colesteatoma che l’ultima tac dice stia rispuntando nel primo orecchio operato, il producer gli risponde che “Le cose che finiscono con –oma non hanno mai impedito di fare un disco a nessuno!”. E’ questa la forza di questo libro dicevo, l’ironia che impedisce di darsi delle arie, poiché, alla fine l’autore è consapevole di essere un rocker di provincia. E la provincia, intesa come stato d’animo, nel libro c’è a bizzeffe. Provincia è la vita da bar, con tutta la filosofia da bar che ci sta dietro, dove persino un presunto avventore di nome Vasco Rossi viene messo a posto dal barista di turno; provincia è la descrizione dei locali dove anche un pezzo come “Certe notti” del Liga viene cantato stile “Una rotonda sul mare”, provincia sono i curiosi che si avvicinano al palco e chiedono cosa significa Malora..e soprattutto se è una parola inglese o tedesca? Provincia è l’abitudine a dare a tutti un soprannome; provincia sono i lavori che offre, la provincia, come il bracciante agricolo, a fianco degli extracomunitari, a faticare con loro per riempire le cassette di pomodori sotto un sole cocente. Una cassetta mille lire dell’epoca. Insomma, un ragazzo che ha in testa il rock e quindi inevitabilmente l’America e invece si confronta con il territorio in cui vive, l’Italia meridionale…ma anche qui, nonostante tutti questi limiti che la provincia indubbiamente offre, si vede che nelle descrizioni Toni non ne parla mai troppo male: c’è una sorta di accettazione, come un fatalismo o persino un po’ di tenerezza verso tutto questo. Perché, alla fine, è la sua terra e l’autore è consapevole di essere un rocker di provincia, o meglio, un presunto rocker di provincia! L’importante è una cosa sola: l’importante è continuare ad andare, a camminare, perchè come dice la citazione di Jack Keruac tratta da On The Road e citata nel libro da Toni: “dobbiamo andare e non fermarci mai, finchè non arriviamo/ per andare dove, amico?/ non lo so, ma dobbiamo andare.” E ancora, dice Toni: “Credo che non vale la pena partecipare, né tanto meno vincere, se non riesci cmq a divertirti!” È lì il segreto di tutto e anche il segreto della sua forza: non prendersi mai troppo sul serio. “E’ uno strano sogno”, conclude. “Strano ok, ma non svegliatemi cmq. Se qualcuno mi cerca, ditegli che sto cercando di smettere!”

Valeria Lauriola, libraia.

tratto da http://www.ventonuovo.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=87:sto-cercando-di-smettere-di-toni-noar-augello-zona-editore&catid=37:divagazioni-letterarie&Itemid=59

La recensione di Zona

Eccoci approdati sulla home di editricezona.it

di seguito il link alla recensione-presentazione di “Sto cercando di smettere” della casa editrice toscana:

http://editricezona.it/stocercandodi.htm

buona lettura.

Noar strega Faenza con il suo “Sto cercando di smettere”!

Sarà il MEI di Faenza il trampolino di lancio nazionale per “Sto cercando di smettere”, Zona editore.
 

Al Meeting delle Etichette Indipendenti, il contest nazionale più importante per le produzioni di musica emergente, Toni Noar Augello è stato invitato a presentare la sua opera d’esordio.

Il MEI ha scelto l’autore garganico per aver messo in pratica, con ottimi risultati, il connubio fra libro e musica. Il 28 novembre prossimo il cofanetto verrà presentato a livello nazionale durante il convegno “Libri e musica: lavorare insieme per la musica italiana”, al quale sono stati invitati alcuni autorevoli esponenti del mondo musicale, tra cui Stefano Senardi di Sugar Music; Enrico de Angelis, direttore artistico del Premio Tenco; Angelo Franchi di Universal Music e Riccardo Bertoncelli, direttore Libri Giunti.

Lo scorso 30 ottobre il libro, contenente anche il cd “Penna e corde”, dopo il grande successo della serata-concerto di presentazione al pubblico, è approdato in tutte le librerie d’Italia ed è disponibile anche on-line su www.ibs.it.

Il libro racconta la condizione di una generazione, con tanto di lauree, master e abilitazioni professionali, perennemente sospesa tra grandi aspettative e una reale condizione di sopravvivenza.

Una scrittura che viaggia senza fronzoli sui binari del linguaggio moderno e, tra le righe della quotidianità, lascia emergere disagi e speranze dei giovani nell’epoca di facebook.

Angelo Del Vecchio

garganopress.net

Toni Noar Augello tra Penna e Corde

Si definisce rocker di provincia. Alimentato fin da ragazzo con pappe e rock, la musica è il sangue che scorre veloce nella sua vita. Le note, le rime, le parole sono i suoi alimenti naturali. Canta alla vita. Non quella finta. Canta perché è vivo. Va giù nelle corde per capire, attraverso il ritmo e le note schizzate, che vale la pena seguire un sogno. Non stiamo a raccontare la vita di un passato. Ma di un pirata dell’era moderna: “La gente come noi può vivere solo di rapina. Sul tempo, sullo spazio, sulle persone. Prendi solo quello che riesci, anche se vorresti molto di più…C’è solo una sola differenza tra noi e il resto del mondo. Noi ci proveremo sempre. A prenderci tutto.  I garage, le soffitte e le lamentele dei tanti vicini sono state le palestre per raccontare la vita attraverso il pentagramma di una monotonia di provincia. Fogli scritti con il sogno di chi guarda lontano. Al di là delle montagne carsiche così famigliari e protettive. La vita è una sfida. E se non rischi non avrai mai nulla di quello che ti meriti. La ricerca affannata di chi condivide il proprio sogno, di chi vede le sue stesse cose è il senso dei tanti pomeriggi rubati allo studio, agli amici, alle ragazze. Chi corre per primo è perché cerca una risposta ai tanti perché. Corro a piedi nudi sull’asfalto…è forse il senso che non c’è…risposta ai tanti perché, per come, cosa, quando?

Sto cercando di smettere…

Da chi?

Noar non lo dice apertamente ma è il senso della ricerca che lo morde. Che lo inquieta. Allora nasce il desiderio del dove. Dove ti troverò, dove ti troverò…io che invano ti ho cercato, invano no t’avrò cercato. È il senso dell’infinito. Del pozzo profondo dove attingere acqua alla sete della propria ricerca.

Sto cercando di smettere…

Da cosa?

I cantanti sono per una stagione. La canzone è per tutta la vita. Noar racconta frammenti di vita vissuta. Di un giovane che non si ferma alla polvere di una scrivania, sognata e agognata dai genitori. La musica ti fa vivere un momento. Il tempo non ha senso se non riesci a viverne un momento.

Sto cercando di smettere…

Perché?

Continua a solcare le strade buie e tortuose del nostro mondo. Cerca nel volto di chi ti appare per sempre o per un istante i motivi per cui devi tenere il passo. Senza Misura. Lenti o senza misteri.

Quel sogno di un rocker di provincia cui pensa che un giorno ci sarà spazio per un Vasco anche a S. Giovanni Rotondo. Non quello incontrato per caso al Bar. Non Roxy Bar. Nemmeno di quello di piazza Europa. Il sogno di un rocker che vede lontano… nel momento in cui dice: Sto cercando di smettere…significa che quel sogno si è avverato.

http://www.sanmarcoinlamis.eu/notizie/eventi-e-spettacolo/420-4-00-canto-alla-vita

 Daniele Antonio

Grazie!

Certe cose non si posso spiegare a voce. la musica serve proprio a qst. per andare oltre le parole. non ho parole per ringraziare TUTTI, ma proprio tutti quelli che mi sono stati vicini in qst giorni. per qst mi affido alla prima traccia di “Penna e corde”, il cd allegato a “Sto cercando di smettere”.